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Caro Mutuo a Bologna: quanto mi costi?

Posted by Andrea Curti on Marzo 7, 2023
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CARO MUTUO a Bologna: le buone notizie - Manovra 2023

Nell’ultimo periodo, si è registrato un incremento del tasso d’interesse sui mutui e sui prestiti.

L’inflazione e il rialzo dei tassi di interesse hanno davvero messo in difficoltà i titolari di un mutuo a tasso variabile.

Le rate sono cresciute di almeno un terzo, con uno sforzo sul bilancio familiare non indifferente.

Se il 2022 è stato duro sotto questo punto di vista, il 2023 non sembra essere migliore, perchè la situazione sembra persistere ancora, aggravando la condizione economica di chi ha stipulato un mutuo a tasso variabile.

Però ci sono delle buone notizie, frutto della manovra Meloni di Dicembre 2022.

Intanto specifichiamo cosa implica l’aumento dei tassi di interesse:

Insieme all’aumento dei tassi di interesse, un altro fattore critico è la difficoltà dei giovani di riuscire a comprare casa, ottenendo un mutuo a Bologna, ma anche in tutta il resto d’Italia.
Questione spinosa che nel 2022 è stata alleggerita dal Bonus acquisto per Under 36.

Le novità della manovra sul Caro Mutuo riguardano queste aree:

Caro mutuo bologna - agenzia immobiliare articolo

Sospensione “prima casa” prorogata a fine 2023

Viene prorogata l’agevolazione del Fondo solidarietà prima casa: così in caso di difficoltà momentanea da parte di titolari di un mutuo Prima casa, si dà la possibilità di accedere al Fondo Gasparrini e beneficiare della sospensione del pagamento delle rate del mutuo per 18 mesi.

requisiti per accedere all’agevolazione sono:

Un’ulteriore condizione per la sospensione del mutuo

L’unico mutuo che si può sospendere è quello stipulato per l’abitazione principale, non di lusso e con un valore massimo inferiore ai 250.000 euro, sin ammortamento da almeno un anno.

La sospensione del pagamento del mutuo va richiesto all’istituto bancario che lo ha erogato.

COSA SAPERE SULLA SOSPENSIONE DEL MUTUO:

  • Le rate si fermano, ma vengono posticipate. Quindi si allungherà la durata del mutuo, non si tratta di uno “sconto
  • la sospensione non è automatica. La domanda è da presentare alla banca e corredata da documenti precisi, che viene vagliata dalla Consap, che può accettare, rifiutare, oppure accordare un periodo di sospensione inferiore rispetto al massimo, stabilito in 18 mesi.
  • vale per tutti i tipi di mutuo, anche quelli a tasso “fisso”
  • Possono accedere anche coloro i quali abbiano già goduto in precedenza di una sospensione, a patto che abbiano ripresa a pagare regolarmente da almeno tre mensilità.

La rinegoziazione del mutuo: le novità dall’anno 2023

Cosa significa Rinegoziare il Mutuo?

La rinegoziazione è una procedura che permette di cambiare le condizioni del proprio mutuo con la banca. Entrambe le parti contraenti devono essere d’accordo.Per procedere con la richiesta è  bene vedere sul proprio contratto la clausola riguardante la possibilità di rinegoziazione.
Qualora si proceda, non è necessaria la presenza di un notaio perchè si tratta di una modifica alle condizioni del contratto e non di un nuovo contratto.

L’istituto di credito però non è obbligato ad accettare la richiesta di negoziazione del mutuo, ed è qui che interviene la legge di bilancio 2023, che in certa misura è obbligata ad accettare la richiesta di negoziazione.

Quali condizioni rinegoziare del mutuo?

Grazie alla rinegoziazione del mutuo, introdotta dal Governo Meloni da Gennaio 2023, i titolari di un contratto di mutuo potranno ricontrattarne le condizioni per:

  • ridurre o azzerare i costi amministrativi periodici,
  • ridurre lo spread del mutuo,
  • variare il tasso del mutuo da fisso a variabile o viceversa,
  • allungare la durata residua del mutuo.

Come funziona la rinegoziazione mutuo 2023

Fino al 31 dicembre 2023 viene offerta la possibilità di chiedere alla banca  di rinegoziare il tasso del mutuo variabile per farlo diventare fisso, sempre che si rispettino determinati requisiti.

REQUISITI per convertire un mutuo variabile in fisso:

  • il mutuo deve essere stato stipulato prima dell’entrata in vigore della legge Finanziaria, quindi prima del 31 dicembre 2022 e deve avere tasso e rata variabile per tutta la sua durata.
  • il mutuo non può essere superiore a 200.000 Euro
  • al momento della richiesta di rinegoziazione di mutuo il mutuario deve avere un reddito Isee non superiore a 35.000 euro
  • non avere avuto ritardi nel pagamento delle rate

 

Le condizioni di rinegoziazione”, spiega l’avvocato Antonio Pinto di Confconsumatori, “consistono nell’applicare un tasso fisso, con un tetto prefissato. Il nuovo tasso fisso si calcola sommando allo spread originariamente previsto nel contratto di mutuo, il minore tra l’IRS (Interest Rate Swap) a 10 anni e l’IRS pari alla durata residua del mutuo. Inoltre, si potrà concordare o l’applicazione del nuovo tasso fisso per un periodo inferiore alla restante vita del finanziamento, oppure un allungamento del piano di rimborso per massimo 5 anni sempre che, al momento della rinegoziazione, la durata residua del mutuo non superi già i 25 anni“.

Bonus acquisto per Under 36: le novità

Infine, per favorire i giovani dell’acquisto di una casa di proprietà Il Bonus è stata prorogato al 31 dicembre 2023 ed è riservato appunto agli under 36.

L’agenzia delle entrata ha fatto un documento di sintesi che riportiamo qui per chiarire le condizioni di accesso al Bonus.

Chi ha il diritto al Bonus Acquisto Prima Casa?

Le agevolazioni “prima casa under 36” spettano a coloro che:

È necessario, inoltre:

avere o stabilire la residenza nel Comune in cui si trova l’immobile, entro 18 mesi dall’acquisto

non essere titolari, nemmeno col coniuge, dei diritti di proprietà, usufrutto, uso e abitazione di altra casa di abitazione nel territorio del Comune dove si trova l’immobile da acquistare

non possedere un altro immobile acquistato con l’agevolazione prima casa o, se si possiede, venderlo entro un anno dalla data del nuovo acquisto.

Le Agevolazioni Bonus Prima Casa 2023

  • 1.Per gli acquisti non soggetti a Iva, non sono dovute le imposte di registro, ipotecaria e catastale

  • 2.Per le compravendite soggette a Iva, oltre a non pagare le imposte di registro, ipotecaria e catastale, viene concesso un credito d’imposta di ammontare pari all’Iva pagata al venditore, che può essere utilizzato:
    • per pagare imposte (registro, ipotecaria, catastale) su successioni e donazioni dovute su atti e denunce presentati dopo la data di acquisizione del credito
    • per pagare l’Irpef dovuta in base alla dichiarazione da presentare dopo la data dell’acquisto agevolato
    • per compensare somme dovute tramite modello F24, in cui va indicato il codice tributo “6928”.

  • 3.Per i finanziamenti erogati per l’acquisto, la costruzione e la ristrutturazione di immobili a uso abitativo non è dovuta l’imposta sostitutiva.

PER QUALI IMMOBILI è valido il Bonus Prima Casa?

Sono ammessi al beneficio gli immobili appartenenti alle categorie catastali A/2, A/3, A/4, A/5, A/6, A/7, A/11, e le pertinenze rientranti nelle categorie C2, C6 e C7 (una sola pertinenza per ciascuna categoria catastale).

L’acquisto della pertinenza può avvenire insieme a quello dell’abitazione principale o con atto separato, purché stipulato entro il termine temporale di validità dell’agevolazione e nel rispetto dei requisiti soggettivi previsti.

Come può aiutarti Ibi Curti?

Ibi Curti proprio a fronte delle difficolta del periodo, mette a disposizione dei suoi clienti un consulente del credito per aiutarti a scegliere la soluzione migliore per le tue condizioni.

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